lunedì 12 aprile 2010

Ogni luogo ha la sua voce. Accordi spesso impercettibili che è difficile cogliere se non in quei rari momenti di silenzio e riflessione che si donano, inattesi, come ipotesi di un rapporto più alto con la realtà che ci circonda. Un dialogo intimo, capace di riscoprire una geografia, forse minore, di memorie e suggestioni grazie alla quale sia però più facile definire l’identità del nostro territorio e di noi che lo viviamo. Conoscevano bene il potere atavico di questa geografia le generazioni che ci hanno preceduto. Tutte le cose venivano nominate in passato, i crocicchi, gli alberi più maestosi, i torrenti, per trasformare una natura a volte ostile e pericolosa in sentieri conosciuti e rassicuranti. E’ tempo, ora, di recuperare il significato storico, artistico e culturale di queste mappe ideali senza le quali è sempre più facile perdersi nella superficialità dell’oggi.
Viae Musicae vuol essere proprio il buon viatico per questo ritorno ai luoghi d’origine, o il semplice suggerimento a sostare di fronte alle mura di una chiesa, alle merlature sbrecciate di un castello, al giardino nascosto di una villa per riappropriarsi di una dimensione e di un patrimonio che è bene comune. E come tale va preservato e goduto, senza dimenticare, però, che la ricerca delle radici non può essere un mero rifugio nel passato, ma deve aspirare a trarre nuovi stimoli e nuove ispirazioni.
Con questa rassegna, con i suoi 7 anni di vita, l’associazione di volontariato Auser Firenze e il Comune di Bagno a Ripoli hanno voluto tracciare un percorso tra musica, teatro e storia che frangesse lo stereotipo di una cultura chiusa in se stessa - e per questo destinata a isterilirsi -, per costruire forme nuove di intrattenimento culturale in virtù delle quali una piccola cappella duecentesca può divenire la fantasiosa alcova di Sherazade, e il granaio di un’antica fattoria trasformarsi nell’ultimo canto di un grande scrittore e drammaturgo.
Mai, in queste sette edizioni, abbiamo ripetuto uno stesso programma musicale o un’opera teatrale. È la forma che abbiamo adottato per non arrenderci e cedere alle risposte facili, e ancor più il modo per far partecipare il nostro pubblico alla voce carica di echi di questa terra.

Il Direttore Artistico
Gabriele Danesi

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